Sarah Bracci Psicologa

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Gestione della Rabbia

Attacchi d’ira eccessivi e ricorrenti possono farci sentire inadeguati e in difficoltà nei rapporti con le persone che ci circondano, alimentando il senso di frustrazione. Impariamo a gestire la rabbia. 

Gestione della rabbia con la mindfulness

La rabbia è un’emozione che innesca circoli distruttivi soprattutto dal punto di vista relazionale. Quando esprimiamo la rabbia infatti perdiamo il senso dell’altro perché siamo occupati, e a volte travolti, da questo sentimento che ci porta a reagire spesso con modalità automatiche inopportune e dannose.

Ogni emozione ha la sua funzione nella nostra vita, ma ne è necessaria la corretta comprensione per un utilizzo adeguato, al fine di creare armonia dentro di noi e come diretta conseguenza, intorno a noi.

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Scopri se il percorso per la gestione della rabbia è la risposta giusta ai tuoi problemi e poi potrai iniziare il programma di sedute individuali o scegliere un percorso di gruppo.

ESERCIZIO GUIDATO

Meditazione sull’Emozione

Puoi fare subito una prova con questo esercizio guidato.

Si tratta di un esercizio di consapevolezza sullo stato delle nostre emozioni.  

Dedicati un attimo di tempo e tranquillità per svolgere l’esercizio per osservare le tue sensazioni di rabbia, frustrazione, difficoltà a tenere il controllo.

Puoi anche leggere l’ebook gratuito dedicato alla rabbia.

Scopri il Percorso di Gestione della Rabbia

Il percorso di consapevolezza per la gestione della rabbia si compone di 8 moduli.

Ogni modulo comprende:

  • Meditazione guidata
  • Momento di condivisione
  • Lavoro corporeo per sciogliere le tensioni e i blocchi che mantengono attive le nostre modalità automatiche di risposta
  • Momento teorico
  • Assegnazione e spiegazione dei compiti a casa, da svolgere durante la settimana.
  • Momento di rilassamento e relativa acquisizione delle modalità per svilupparlo in autonomia

 

I passaggi fondamentali per il lavoro sulla rabbia

Clicca sui titoli per scoprire il contenuto.

Nozioni base di mindfulness.

  • la valutazione cognitiva dell’evento esperito, ovvero il giudizio che il soggetto da all’evento emotivo;
  • l’esperienza soggettiva dell’emozione, ovvero il tono sentimentale a cui essa si associa;
  • tendenze al pensiero e all’azione. L’impellenza ad agire o pensare coerentemente con l’emozione;
  • modificazioni corporee interne. L’attivazione e le modificazioni corporee associate all’emozione;
  • le espressioni facciali che accompagnano l’emozione;
  • la risposta all’emozione ovvero come il soggetto affronta l’emozione o la situazione che la scatena.

La rabbia non sorge da un solo fattore, come un’esperienza negativa in età infantile, ma da un complesso di fattori, che comprendono la nostre modalità di interpretazione che travisano la realtà e ulteriori cause cooperanti legate al passato e al presente.

  • Meditando sul respiro. Così  possiamo acquisire dimestichezza con il tono e il “sapore” delle varie emozioni che rientrano nella rabbia. Impareremo ad identificarle e classificarle: la stizza, la frustrazione, l’astio, la gelosia, il rancore, il furore, l’aggressività, l’odio, e così via.
  • Facendo attenzione alle sensazioni fisiche. Ad esempio, se sentiamo chiudersi la bocca dello stomaco, serrarsi le mandibole o aumentare il calore corporeo, ciò potrebbe segnalare l’insorgere della rabbia.
  • Analizzando i nostri stati d’animo. Quando siamo di cattivo umore, possiamo fermarci a pensare: “cosa significa questa sensazione? Quale circostanza l’ha provocata?”. Talvolta occorre studiare i modelli ricorrenti nei nostri stati d’animo e nei nostri comportamenti tali modelli possono offrirci indizi su come funziona la nostra mente e sulle cause che scatenano la rabbia.
  • la cattiva abitudine di arrabbiarci;
  • un’interpretazione errata delle cose, che proietta negatività;
  • la forza delle nostre aspettative;
  • il contatto con fattori esterni che ci sembrano spiacevoli o irritanti. Può trattarsi di persone, idee, condizioni (come la malattia) o situazioni.

La rabbia è un segnale importante che ci indica quali bisogni vogliamo soddisfare.

  • Analizzare la rabbia. Ad esempio, riconoscere i bisogni insoddisfatti.
  • Riformulare le situazioni. Ad esempio, riconoscere i nostri errori, riconoscere come contribuiamo a creare le situazioni, affrontare in modo pacifico le critiche infondate, eccetera.
  • Coltivare le emozioni opposte.
  • Non aspettarsi risultati dall’oggi al domani.
  • Comprendere ognuno le esigenze e le preoccupazioni dell’altro.
  • Accettare ciò che accade e di avere una limitata possibilità di controllo.

Il processo di meditazione infatti aumenta la consapevolezza e attiva una maggiore capacità riflessiva e poi è necessario avere degli strumenti anche pratici per gestire le situazioni che  scatenano la reattività.

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Ti stai chiedendo se questo è il percorso più adatto alla tua situazione? 

Entriamo in contatto e fissiamo un appuntamento gratuito per conoscerci e valutare cosa può davvero funzionare per te. 

I colloqui si svolgono di persona nel mio studio oppure online.

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